giovedì 22 febbraio 2007

Il popolo dei blog si scatena pro e contro Prodi

ROMA (Ansa)- Il popolo dei blog si scatena piu' che mai sul web per la crisi di Governo. E si schiera con forza pro e contro Prodi, ma ce n'e' anche per Massimo D'Alema e i senatori ribelli. Cosi' se il re dei blog, quello di Beppe Grillo (200.000 contatti al giorno), non manca all'appuntamento, gli fanno eco i siti di Jacopo Fo e quelli del popolo della sinistra. Ma presenti in forze ovviamente anche bloggers e siti vicini alla Cdl, come quello del senatore Paolo Guzzanti. ''D'Alema porta sfiga - dice Grillo -. Se ne stanno accorgendo anche i forzadiessini impegnati a fare inceneritori, parcheggi e megadiscariche. La politica filo Bush non era nel programma dell'Unione. Neppure Vicenzalibanokabul''. E ancora dal comico: ''Avrei capito un Governo battuto sulla riforma elettorale per riconsegnare ai cittadini la possibilita' di scegliere il candidato. O strabattuto su una legge per il conflitto di interessi. O frantumato per l'eliminazione delle leggi ad personam. In tutti questi casi avrebbe avuto la mia ammirazione. Per Kabul no. Bastava chiedere a Gino Strada per sapere perche'. Viva Bush, Lenin e Mao Tse Tung!'' Sul suo blog Jacopo Fo invece scrive una lettera di sostegno a Prodi. ''Caro Romano, resisti! Non dimetterti o ci ribecchiamo altri 5 anni di pastette! Sei l'unica speranza per iniziare a scardinare il potere delle corporazioni e dei salotti buoni e razionalizzare il sistema Italia. L'unico che puo' ancora riuscire a ottenere una mediazione. Usa la base! Lancia un appello ai tuoi elettori. Ti hanno scelto in 4 milioni. Hai molto piu' sostegno popolare di quel che credi''. Piu' surreale la soluzione di Drugo, 18 anni, che pensa a un 'Interim vescovile': ''Grazie all'astensione di Giulio Andreotti carrozzato Pininfarina, la Cei ha offerto al governo italiano una soluzione veloce e indolore: un governo monocolore formato solo da vescovi. I porporati-ministri saranno tutti sposati ed eterosessuali, per cui la pratica sui diritti delle coppie di fatto verra' automaticamente archiviata''. E da un sostenitore dell'Unione arrivano le scuse per avere chiamato buffoni i due senatori Turigliatto e Rossi: ''mi scuso con tutte le persone che fanno i pagliacci di professione, sicuramente si saranno sentiti offesi quando ho paragonato i nostri politici a loro''. Nel sito del senatore di Forza Italia Paolo Guzzanti si fa strada invece l'interrogativo: ''Come sempre ho scritto, non e' Prodi il problema. Il problema e': l'assetto parlamentare uscito dalle urne sara' manipolato, o Napolitano richiamera' gli italiani al voto?''. Mentre nello Spazio Azzurro, bacheca dedicata alle opinioni degli elettori e dei simpatizzanti di Forza Italia, e' tutta una festa. ''Forza Silvio, Prodi oramai ha fallito. E chi ne dubitava? Prodi-bis? Io Di.Co. NO!!!'' (dice Christian) e da Alessandro: ''vedi Silvio.. te lo avevo detto.. la mortadella e' finita' e i panini stanno diventando duri... non mangeremo piu' panini alle menzogne!''. E ancora Francesco 542: ''Daglie Napolitano, nun te fa prega': dacce na mano''. ''Oggi ho esultato, come al gol della vittoria dei Mondiali!!! basta con i pifferai magici, basta con le nefandezze di "capitan Baffino" e Co.!! Abbiamo bisogno di certezze'' dice Lorenzo. ''Speriamo che i brutti musi rossi se ne vadano via per sempre! Si dissolvano come neve al sole! Loro sono la feccia del mondo!'' dice Giovanna. Mentre Stefano da Macerata, infine, cosi' sintetizza la caduta del Governo: ''E' morta...Della''. Paolo.B preferisce la poesia: ''Se Turigliatto ha dato de matto/ e Andreotti ha fatto li botti,/ Fernando Rossi e' stato un frescone./ Ma peggio di tutti in questa manfrina/ e' er senatore Pininfarina/ Pininfarina, che e' fuori de testa come un balcone''.

martedì 20 febbraio 2007

lunedì 19 febbraio 2007

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“Sapete chi ha inventato l’esame di maturità? Eccolo qui il filosofo Giovanni Gentile”.
La riconoscete? E’ la frase di apertura del film che in questi giorni sta spopolando nelle sale cinematografiche italiane.
Con la regia di Fausto Brizzi e un cast di tutto rispetto ritroviamo i protagonisti di “notte prima degli esami”, ancora alle prese con la maturità. Luca Molinari, nuovamente interpretato da Nicolas Vaporidis, apre la scena in veste di giovane che nelle varie epoche deve affrontare gli esami. Cambia il look, cambia il momento storico…si passa dagli anni Cinquanta e si approda velocemente ai giorni nostri…ed eccolo qui Luca, con gli amici di sempre e soprattutto con i tormenti di sempre…fra donne, feste e follie nella sua “notte prima degli esami”.
Siamo nel 2006 e i ragazzi tra le tante distrazioni non possono certo rinunciare all’evento dell’anno: i mondiali di calcio.
Manca il prof. di Italiano, Giorgio Faletti, ma in compenso troviamo una giovane e bella prof. di Matematica interpretata da Serena Autieri. Ancora novità all’interno del cast con una nuova protagonista: Azzurra, la ragazza che a cuscinate farà perdere la testa a Luca!
Altre new entry: il nonno, la mamma e il papà di Luca, interpretati da Franco Interlenghi, Paola Onori e Giorgio Panariello, che…vedremo nelle vesti di un “accanito giocatore di calcetto”!
Nell’era dei cellulari supertecnologici e degli I-Pod, Fausto Brizzi decide forse di sacrificare un po’ la tematica degli esami, lasciando sullo sfondo i banchi di scuola, e di privilegiare tutto il contorno…quelle situazioni che circondano la vita di ogni diciottenne…così via a scherzi, tradimenti e litigi, ma anche amicizia…quella che salverà Luca dal rischio di dover ripetere l’anno.
Forse un po’ surreale in alcune scene, ma sicuramente carino e divertente.

domenica 18 febbraio 2007

mercoledì 14 febbraio 2007

L'amore nel cinema

venerdì 2 febbraio 2007

VINTAGE STYLE...il nostro video

Nella mia città in questi giorni una grande festa...


A Catania tre giorni di culto, di devozione, di folclore, di tradizioni che non hanno eguali nel resto del mondo. In un mix di devozione e spettacolarità.
La gente inonda vie e piazze del centro. Centinaia i devoti, ma altrettanti i curiosi che rispondono al coinvolgente richiamo di una festa ormai diventata un’istituzione, non solo per i catanesi, ma anche per chi ha solo tanto sentito parlare dei festeggiamenti dedicati alla patrona della città alle pendici dell’Etna.

I festeggiamenti durano per tre giorni (3 - 4 - 5 febbraio), anche se in realtà già dagli ultimi giorni di gennaio è possibile respirare per le strade e i vicoli l’aria di festa che inebria la città.
Tutto inizia il 3 con la processione delle più alte autorità civili, tra queste il primo cittadino che ogni anno, come da tradizione, percorre la via principale della città, via Etnea, a bordo di una delle due sontuose carrozze, solitamente “parcheggiate” all’interno del palazzo comunale. Poi, in prima serata, lo spettacolo dei fuochi d’artificio in p.zza del Duomo, accompagnati dalle note di un concerto sinfonico.
Il giorno successivo, il 4, è quello più atteso da milioni di catanesi, che già dalle prime ore del mattino presidiano la Cattedrale, in attesa del primo incontro con la “Santuzza”. L’atmosfera è a dir poco emozionante e non è difficile scorgere lacrime fra le preghiere. Il busto della Santa viene issato sull’altare centrale e mostrato alla folla, poi pian piano viene condotta attraverso il corridoio centrale fuori dalla Basilica e da lì inizia tutto. Da questo momento la Santa patrona è in mano ai devoti, vestiti con la tradizionale tunica bianca e un cappellino nero sul capo. Saranno proprio loro a riporre il busto, impreziosito da gioielli donati negli anni, sulla “vara”, (il fercolo).
Inizia la processione tra applausi e sventolii di fazzoletti bianchi.
A questo punto il fercolo con il busto reliquario di sant’Agata e lo scrigno argenteo con le rimanenti reliquie, inizia il giro esterno, attraversando Porta Uzeda, procede lungo gli “archi della marina” per giungere in p.zza Carlo Alberto, sede della tradizionale mercato, fino in p.zza Stesicoro, che si affaccia sulle rovine della vecchia Catania. La processione si snoda per le vie del centro con l’ormai rituale offerta della cera e la “sfilata” delle candelore. Si tratta di grandi ceri votivi, espressione delle vecchie corporazioni delle arti e dei mestieri.
Inizia da questo momento il passaggio per i luoghi di culto più cari ai catanesi, luoghi in cui Sant’Agata subì il carcere e morì. Inizia il vero spettacolo: i devoti tirano con forza, correndo, il cordone al quale è legato il fercolo e lo fanno salire per la salita dei Cappuccini, fermandosi a metà percorso per rendere omaggio proprio al carcere in cui la Santuzza trascorse i suoi ultimi giorni. Particolarità legata al carcere è la presenza di un albero di ulivo: da qui la tradizione dei dolcetti tipici, le “olivette”, dolci di piccole dimensioni, composti da pistacchio e zucchero, o solo da pistacchio con una copertura di glassa al cioccolato.
Si prosegue fino alla seconda tappa: la chiesa di Sant’agata la Vetere, la prima cattedrale di Catania e originario luogo di sepoltura della Patrona.
Intanto arriva la sera e la processione continua nei quartieri popolari della città: via Plebiscito, Fortino, San Cristoforo. Qui l’atmosfera è davvero surreale: le case sono quasi tutte illuminate, porte e finestre rimangono aperte per salutare la Santa.
Per le vie ci sono le tradizionali bancarelle con il torrone, grandi griglie per arrostire la carne e le caldarroste.
Balconi illuminati, edicole illuminate e infiorate con l'effigie della santa, vetrine di negozi e bar con artistici modelli delle candelore.
Infine fuochi d’artificio prima del rientro in Cattedrale.
Eccoci al clou della festa: giorno 5. Il fercolo procede lentamente, specie in questi ultimi anni, per via Etnea, il "salotto" cittadino. Le undici candelore parate a festa aprono la processione. La gente attende la “vara” in piazza Borgo per i fuochi d'artificio e dopo… la tanto attesa “salita di S. Giuliano” al termine della quale, i devoti rendono omaggio alla patrona con un commovente applauso che si concluderà alle 7 del mattino con momenti di preghiera e canti offerti dalle suore dell’ordine benedettino, dal convento della barocca via Crociferi.
Il culto di Sant'Agata non è soltanto catanese, ma interessa ben 44 comuni italiani. In Italia la devozione è tanta: la Lombardia è la regione più ricca del culto agatino. Nel Duomo c'è un altare con un magnifico quadro della Santa. Due statuette anche nelle guglie. In Toscana, a Firenze, e anche a Roma ci sono due belle chiese: Sant'Agata dei Goti e Sant'Agata alla Suburra (Trastevere); infine a Napoli c’è un'effige nella catacomba di S. Gennaro in un affresco del IV secolo.
Nel resto del mondo…a partire dalla vicina Malta è compatrona con S. Paolo, così come nella Repubblica di San Marino. In Spagna è venerata in Andalusia, in provincia di Valencia e a Barcellona; in Portogallo e in Germania. A Costantinopoli si festeggiava a maggio in una grande chiesa, lo stesso culto. Infine in Grecia e in India, oltre che in Argentina, a Buenos Aires.